lunedì 15 giugno 2015

Napoli.

Se non siete mai stati a Napoli, senza presunzione, vi siete persi qualcosa
Scacciate per un attimo tutto quello che sapete, sentite a riguardo e cercate di guardarla con occhi diversi.
( non che quello che i telegiornali dicono sia falso, per carità)
É ferma a qualche decennio fa, si percepisce la gente, il suo calore, e i vicoli sono talmente stetti che si può scorgere, guardando dalla finestra, una vecchietta intenta a spolverare, una mamma a sgridare i figli( ovviamente in dialetto strettissimo), qualcun altro ancora a cucinare.
Il traffico, in un'altra città lo odiereste, qui é parte della quotidianità.
Napoli la considero un po' come la "patria perduta", non avrei il coraggio di abitarci, troppo incasinata, la gente sa troppo di te benché sia gigantesca, ma quando ritorno non vorrei andarmene.
Sono a Napoli perché ieri é morta mia nonna, all'improvviso, siamo scesi arrivando a tarda notte.
Stamattina la veglia, il funerale e io mi sento uno schifo, e non per il lutto.
Non provo nulla, penso solo al peso di stamattina 42,5 e quasi sono felice di tutta questa tristezza che mi circonda, avere una scusa per mangiare di meno.
Meno male che mia nonna aveva una bilancia.

6 commenti:

  1. Sai, questo post mi ha colpita tanto. C'è un libro di Carlo Levi, "L'orologio", in cui il protagonista parte improvvisamente per Napoli per raggiungere un suo zio che sta morendo. Descrive la città un po'come l'hai descritta tu, si ha l'impressione che sia un grande "ventre materno", un luogo delle origini a cui si ritorna e da cui tutto parte e ricomincia.
    Mi ha fatto impressione questa coincidenza: poco più di una settimana fa anche mia nonna è morta improvvisamente e anch'io sono scesa in fretta e furia prendendo un treno per Bari la mattina presto, per poi tornare su la notte stessa, dopo il funerale.
    E mi ha stretto il cuore pensare che se tutto questo fosse successo nella fase acuta del mio dca... non ci sarebbe stata proprio nessuna differenza tra la mia storia e la tua. Non sentirti uno schifo per la reazione che hai avuto, non colpevolizzarti. In questo momento non sei tu che agisci, ma la malattia che ti controlla.
    Banale dire "prenditi cura di te", ma mi sento di dirtelo lo stesso.
    Un abbraccio

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  2. Ciao.
    Mi dispiace per tua nonna, mi dispiace per l'importanza che dai al tuo peso rispetto a ciò che è successo. E' brutto. Ma lo comprendo.
    Ti giuro, capisco la tua sensazione, la tua confusione, la mente che ti urla dentro e tu la stai ad ascoltare, indipendentemente da ciò che sta' accadendo fuori.
    Quando l'ho provato mi sono sentita egoista allo stato puro, mi sono vergognata di me stessa, dei pensieri sciocchi che facevo di fronte a notizie molto più brutte e importanti.
    Non si sa' più a cosa dare importanza, è questo il problema.

    Ti auguro di poter riflettere meglio, di fermare un po' questa corsa senza fine e guardare tutto da prospettive diverse... provaci!

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    1. Ciao Ilaria, grazie del ( difficile) consiglio.
      Proverò a seguirlo!
      Un abbraccio

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  3. Mi dispiace tanto.
    E anche a me dispiace che il tuo peso sia un velo pesantissimo sugli occhi e sul cuore, un velo che ti impedisce di vedere e sentire altro.
    Non te ne rendi ancora nemmeno conto perché dentro avrai un casino infernale e lo capisco benissimo.. non è egoismo, è una cosa incontrollabile, sulla quale non si ha alcun potere razionale.
    Servono altri punti di vista e un blog serve anche a questo, ad aiutarti a vedere le cose con gli occhi degli altri.

    ps:
    Non ho mai visto Napoli, ma in fondo arrivo da quelle zone e mi piacerebbe andare a visitarle prima o poi.

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    1. Ciao, grazie di essere passata.
      Il blog, é vero, aiuta a chiarirmi molto le idee ( o almeno ci prova) e il potersi confrontare, essere ascoltati e capiti é davvero tanto per me.
      Napoli é una città che ti consiglio davvero!

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