lunedì 24 ottobre 2016

Andrea

Più passo del tempo con lui, più mi accorgo di essere come divisa in due.
C'é Francesca e poi c'è Andrea.
Francesca é quella timidina, insicura e fragile, che non esprime mai la sua opinione.
Andrea invece é tutti i desideri nascosti e perversi, quello che non dico, il " me" combattente che lotta per quello in cui crede e odia le ingiustizie, quello che ama letteralmente il reparto maschile e, a volte, desirerebbe esserlo, un maschio.
Credo ci sia una profonda differenza tra essere uomo e essere un maschio.
Io sono una donna e mi sento un maschio, forse per delle stupide etichette che la società attribuisce e che detta cosa sia da maschio e ciò che invece sia da femmina.
La cosa che mi sconvolge e che se domani mi svegliassi e fossi Andrea sarei contenta, allo stesso tempo questo lato, Andrea,  mi lascia indifferente pur ritenendolo indispensabile.
Ho un amico che spesso scherza affermando " e un giorno Francesca diventò Andrea" e devo ammetterlo, spesso ci penso a questa eventualità.
Non nel senso di avere un pene o la barba e/o avere tutte quelle caratteristiche morfologiche che contraddistinguono un uomo da una donna, bensì essere riconosciuta come Andrea( al maschile) e non avere il seno.
Non so come spiegarlo, vorrei essere un piccolo maschietto pur continuando a considerarmi lesbica.
Parlo spesso di me al maschile, vorrei potermi mettere i boxer e vestirmi da uomo più di quando già non faccia, insomma, sono confusa.


Sul lato alimentate é uno sfracello completo.
Sono giorni all'insegna di abbuffate e vomito. Arrivo a farmi fuori un'intera confezione di pane in cassetta, un pacco di biscotti e tutte le merendine che riesco a farmi entrare nello stomaco solo a colazione e ,nonostante vomiti ingrasso lo stesso.
Non ce la faccio più a vedermi così.
Ho mandato a puttane la preparazione di un esame perché impegnata a divorare la dispensa.
VOGLIO EQUILIBRIO
Non ne posso davvero più a dividermi tra digiuni, fatti di sigarette e caffè,  e abbuffate, in cui mangio anche surgelati, ma non so neppure che significhi mangiare normalmente.
Vorrei riuscire a parlare con qualcuno senza essere giudicata o etichettata come l'esagerata di turno.
Non sono abbastanza meritevole di ricevere aiuto o lo avrei già ottenuto, o no?

1 commento:

  1. Tu hai un disagio profondo. Non hai mai pensato di rivolgerti a un servizio per chi sente (o sospetta) una disforia di genere?
    Io questo percorso (all'inverso tuo) l'ho fatto quasi 10 anni fa ormai. Ho dato il sangue, ma magari l'avessi iniziato prima.
    Ora sono una donna serena.
    Aphrodite

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