venerdì 8 settembre 2017

Worrier

Dici di non sapere sognare ma ti domandi cosa pensino le stelle un attimo prima di esplodere.

Non so se sia mai stata una sognatrice, anche se questo blog si chiama cercasi sogni.
Forse ho proprio bisogno di un sogno, di quella sensazione che si prova risvegliandosi. 
Leggerezza, spensieratezza.
Come sapete, da tre mesi circa sono seguita dall'ospedale e non sto facendo progressi, anzi, il peso è sceso sempre, costantemente ad ogni visita.
La psichiatra mi ha proposto uno stabilizzatore dell'umore e l'internista mi ha vietato di fare attività sportiva.
Proprio ieri ho avuto la visita con tutte e tre, non sono contente per nulla, la psichiatra per il farmaco che non voglio prendere, la nutrizionista per il peso che continua a scendere e e per il fatto che non seguo il piano mentre l'internista mi ha esplicitamente detto che sto sostanzialmente facendo quello che mi pare, che poi é vero.
Così ieri sera ho preso una decisione, mollo tutto, chiederò allo psicologo se è possibile continuare a vedere almeno lui.
Sono troppo legata a questo disturbo alimentare di cui non mi sento malata ma allo stesso tempo lo amo di un amore che va oltre ogni cognizione e causa.
Lui è la mia ancora di salvezza in qualsiasi situazione, è il porto sicuro in cui rifugiarsi quando le cose vanno male, il faro da seguire quando perdo la strada.

Ricordo che una mia amica mi disse "provaci, non hai nulla da perdere, al massimo le cose rimarranno esattamente come prima" ci ho provato, ho fallito, vuol dire che sto bene così, anche se non sto bene così.
Questa mia amica mi disse anche che non mi avrebbe permesso di mollare, ma avanti!  Cosa può fare? Può guardare distruggermi chilo dopo chilo, completamente impotente sotto tutti i punti di vista.
Io non voglio farcela, io non voglio guarire, aveva ragione la nutrizionista quando mi chiedeva " vuoi diventare cronica? Purché questa è la strada giusta!"
Forse è semplicemente destino.
Non sono capace di stare bene.
La parte difficile sarà dirlo loro, penso si opporranno fortemente ma alla fine mi lasceranno fare, quante altre ragazze hanno bisogno di aiuto e lo vogliono davvero?
Forse anch'io ne ho bisogno ma non so accettarlo, non so combattere, il pensiero del cibo, del controllo, dei 38 chili è troppo forte.
Non riuscirò a farmi aiutare finché non avrò toccato il fondo, mi conosco troppo bene.
Ho bisogno di arrivare al limite, forse voglio il ricovero.
Forse sarà quello a farmi scattare qualcosa in testa, anche se non credo possa davvero arrivare un momento in cui si possa dire "voglio guarire" e comunque dovrei ammettere di essere malata. 
Ammetterlo davvero. Ammetterlo a me, ai miei genitori, a mia sorella. Ammetterlo.

Arriverà un momento in cui non resisterò più è farò un enorme cavolata, probabilmente comincerò di nuovo a tagliarmi, la voglia c'è e non è quasi più controllabile, i pensieri troppi.
Vorrei spegnerli, vorrei spegnermi.
La psichiatra è preoccupata per questi miei continui sbalzi d'umore tanto da avermi fissato la prossima visita a solo una settimana di distanza al posto delle solite due/tre settimane.
Per la prossima volta vuole che io abbia iniziato a prendere il farmaco. 
Mi rifiuto ma sembra non capire. 
Sento di starla deludendo, di star deludendo tutti loro lì dentro. 
Faccio promesse su promesse: che seguirò il piano, che mi muoverò di meno, che inizierò a prendere il farmaco e poi faccio esattamente l'opposto.
Sono una bugiarda patentata, peccato che con loro le bugie abbiano le gambe ancora più corte. 
La bilancia non mente, la psichiatra sa leggermi in faccia quando mento o non dico qualcosa, l'internista è talmente glaciale che ti riduce al silenzio solo guardandoti.
Non ha proprio senso continuare a essere seguita da loro, anche se so bene che questo equivale alla distruzione più completa perché neanche troppo sotto so di averne una spasmodica necessità di attenzione, bisogno che qualcuno che mi possa capire mi ascolti senza giudicare.
Non so davvero come andrà a finire questa cosa, penso di non avere neanche il coraggio di spiegare loro quello che penso.
Ma quanto ancora può durare questa cosa? 
Io che vado lì ma che sostanzialmente faccio quello che mi pare?( forse perdo peso un po' meno velocemente e quasi non mi taglio)
La riposta credo sia "non molto"
Si stancheranno presto e mi metteranno davanti ad un bivio, non so se aspettare quel momento o parlare ora.
Un mio amico dice che le parole dell'internista ieri "sostanzialmente fai quello che vuoi" siano state una provocazione.
Io credo fossero invece una semplice e sincera affermazione di un dato di fatto.
Qualsiasi cosa io deciderò di fare mi ridurrà comunque allo stato di un animale braccato, sbaglio in ogni caso.

"Sorry! The lifestyle you ordered is currently out of stock"

La frase che forse riassume meglio la situazione di ora, ma a dire la verità credo che manco ci sia uno stile di vita altro da scegliere.
C'è la malattia, c'è la guarigione non esiste una terza cosa.
Quando dico di essere un'inetta intendo anche questo.

Sopra la testiera del mio letto c'è scritto "warrior or worrier?"

Sono la seconda, senza ombra di dubbio.


2 commenti:

  1. Può darsi. Se così fosse, sei tu che scegli di essere la seconda. In ogni caso, puoi invertire il corso degli eventi quando ti pare. Non devi dimenticare di avere il pieno controllo della situazione, anche quando ti sembra che tutto ti sfugga dalle mani. Puoi farcela, se lo vuoi. Il punto è che leggendo nemmeno io sono sicura che tu lo voglia.

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    1. Il controllo è qualcosa di così effimero, continua a sfuggirmi dalle mani. Non riesco ad averlo sul cibo, figurati per provare a uscirne. Comunque hai ragione, probabilmente non lo voglio neppure.
      Grazie mille di essere passata :)

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