mercoledì 13 gennaio 2016

trance de vie


Prendiamo il tea in una elegante pasticceria del centro.
Il tuo é  nero.
Ci metti latte, limone e zucchero.
Il mio invece é aromatizzato con vaniglia e caramello.
Mentre aspettiamo che le bustine trasformino semplici particelle di idrogeno e ossigeno in tea, chiacchieriamo.
Parliamo, mi racconti di V.
Penso che di una così potrei innamorarmi follemente.
Sono infinitamente attratta da creature così fragili.
Il tea nella tazza mi fissa, rimandando un immagine del mio viso.
Sento che la tempesta sta per arrivare, bevo un sorso di tea, sa della sigaretta che ho appena finito di fumare, mi viene da piangere ma non ne so il motivo.
Mi proponi di andare a prendere un po' d'aria, cerchi di distrarmi dal pensiero della cena.
Quante volte mi avrai detto che devo smettermi di fare paranoie?
Che il riso non mi mangerà?
Non riesco a pensare a nient'altro.
Camminiamo verso la fermata, parliamo ma la mia testa é altrove.
Arriva ora di cena, mangio il riso, faccio il bis, poi mangio altre verdure.
Sparecchio la tavola, carico la lavastoviglie quasi sbattendo i piatti, le forchette  "scusa mi sono scappate" poi mi precipito in bagno, é tutto troppo facile.
La mia testa scoppia, gli occhi bruciano, lacrimano per lo sforzo, ma il mio stomaco é  finalmente vuoto.
Odio perdere il controllo in questo modo.
Mi chiudo in camera. A chiave.
Apro il mobiletto, e a quel punto capisco che non posso farmi del male.
Richiudo la scatola e mi metto a letto.
Mi sento una schifezza, e domani quel numero sarà ancora lo stesso.
Non voglio pensarci ma risulta impossibile.
Ma devo ripartire, due ore di ginnastica domattina, mi ucciderò per smaltire tutto quanto.
Poi latino\italiano in ogni caso mi aspetta un'interrogazione, ma come posso studiare?
Mi sembra di essere tornata allo scorso anno, l'ho quasi perso.
Ma quest'anno no, non posso.
Ma allo stesso tempo non riesco a controllarmi.
Mi sento così tremendamente male, sono stanca di mentire, senza una bussola, così sola, urlo ma non esce suono.
La notte mi sveglio piangendo, nel petto scoppia un dolore che non so come descrivere. Mi manca l'aria e non riesco a fare a meno di piangere e odiarmi per essere così dannatamente imperfetta e con dei limiti così grandi.
Sono in ansia per una sensazione che non so come definire.
E nessuno, nessuno può capire tutto questo.
La gente sottovalutata tutto, oppure ti da dell'esagerata, non ti crede ma ha ragione.
Come puoi tu stare male se sei così grassa?
E questo non fa altro che portarti sempre più giù, affondando in un abisso nero che non credevi potesse essere ancora più profondo di quello che avevi conosciuto.
É nuotare nel petrolio.
Senza aria, senza luce, da sola.

6 commenti:

  1. Ciao piccola AAA.
    Questo tuo post è scritto talmente bene che sono tentata di dirti che sia bello.. a suo modo.
    Che tu ci creda o meno io so perfettamente come ti senti, so come ci si sente a non riuscire a sbloccare il pensiero dal peso e dal cibo perdendo i rapporti con gli altri, la concentrazione per lo studio e così via.
    Dunque proprio non penso che esageri! E non sei nemmeno sola, qui ci siamo tutte noi e puoi sempre parlare.
    Se hai voglia, anzi,in alto a destra nel mio blog c'è scritta la mia mail e mi puoi scrivere fino alla fine dei tempi. Mi ferisce leggere post come questi, specie quando a scriverli sono anime tanto giovani.
    Non sei nel petrolio, anche se ti sembra. E' solo acqua sporca e se ne può uscire.

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    1. Kore, grazie davvero di cuore! Non so davvero come ringraziarti.
      Commenti come i tuoi fanno sentire un po' meno sola.
      Un abbraccio!

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  2. Mi rivedo tanto in te.... Rivedo la me di 1-2 anni fa... Mi dispiace un sacco che tu stia così male, ma non ho neanche un consiglio per te.. Il mio disturbo si è trasformata ma non sono mai guarita..
    Ti stringo e da oggi ti seguo.

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    1. Ciao, figurati la sola vicinanza conta e fa moltissimo.
      Ricambio l'abbraccio!

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  3. Si può stare male per un'infinità di altri motivi che non sono il peso.
    Tu lo sai.
    E rendersene conto può rendere più profonda la sofferenza...
    ...o darci la spinta a cercare, capire, migliorare.

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    1. Ciao Christiane, sei molto saggia.
      Vorrei davvero riuscire a credere nelle tue parole, ad applicarle ma é tutto buio ma non perdo la speranza.
      Grazie ancora!

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