lunedì 27 aprile 2015

sono tornata dalla gita con tanti pensieri

Vorrei raccontarvi che la gita é stata bella
Che Vienna era bellissima e pulitissima e che me ne sono innamorata
Che a Budapest eravamo in un albergo non degno di tale nome
Che il giro sul Danubio é stato magico
Che mi si stringe ancora lo stomaco in una morsa quando penso alle unghiate sulla porta della camera a gas a Mauthausen
E che ci sarebbe ancora tantissimo da raccontare
Ma tutto quello a cui riesco a pensare é il cibo. Mio unico amore, mio unico odio.
Peso 41,2.
Faccio i salti di gioia, tutto il cibo non mangiato ha fatto questo.
Ho il terrore di riprendere quello che ho perso, e so che quell che ho ottenuto é ancora troppo poco.
Sono felice ma solo parzialmente, solo momentaneamente.
Non so quanto durerà ancora, forse é già finito


Stasera ho mangiato troppo.
E non dovrebbe stupirmi.
Ma lo faccio lo stesso.
Ho ripreso un po' di autocontrollo e lo stomaco chiuso ha fatto il resto
Ma non basta, non basta ancora.


Domani, dopodomani a pranzo non ci sarò nemmeno, spero di fare bene.
La tentazione é tanta.
Penso di riuscire, ma non mi stupirei di non farcela



Camminare tanto in gita, mi ha lasciato una sorta di iper attività addosso, e contemporaneamente sono stanchissima per il viaggio, per le emozioni provate.
Ancora una volta mi trovo in una situazione fatta di due componenti diverse, contrapposte.
E dove non esiste una via di mezzo.
O sei grassa o sei magra.
O mangi o non mangi.
O sei felice o sei triste.
Eppure so che esiste una via di mezzo, un equilibrio.
Quello che mi chiedo é se mai lo trovero, ma soprattutto se veramente lo voglia trovare.
Alla fine provo un certo gusto a distruggermi, non ne so fare a meno.
Mi fa stare bene.

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